BU IKU KAI GENOVA Associazione Internazionale Aikido Kobayashi
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Manuale di introduzione all’Aikido REV. 1
Questa guida ha lo scopo di dare un’indicazione di base come riferimento nella pratica dell’Aikido.
Il Maesto Kobayashi con il Maestro Savegnago
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Manuale di introduzione all’Aikido REV. 1
Le note che seguono, hanno lo scopo di introdurre delle conoscenze di base, sia delle tecniche sia
comportamentali, a chi vuole praticare o già pratica l’Aikido.
CENNI STORICI
L'AIKIDO, è un’arte marziale che deriva dallo JU JUTSU che a sua volta proviene dall'Aikijutsu, e il suo
fondatore fu “O Sensei” (gran maestro) MORIHEI UESHIBA, che nacque nel 1883, in Giappone, a
Tanabe.
UESHIBA inizia a praticare Jujitzu all'età di 13 anni, e trascorre i successivi venticinque studiando l'uso
della lancia, del bastone, della spada, delle tecniche di combattimento a mani nude e altre ancora
presso le più importanti scuole dell'epoca, si specializzò in tutte le Arti Marziali allora esistenti, e fu
anche l’ultimo rappresentante della famosa e antichissima scuola di Daito- Ryu, diretta dal Maestro
Sakaku Takeka, da cui apprese l’Aikijutzu.
UESHIBA si dedicò anche allo studio della Ginnastica Moderna perché il suo fisico non era possente,
infatti, in età giovanile, pesava circa 50 chilogrammi ed era alto solo 155 cm, con il tempo e con gli
esercizi continui e stressanti divenne poi molto forte e compatto.
Fino al 1904, girando per le varie Scuole d’Arti Marziali, cercò di apprendere dai Maestri che
incontrava tutto ciò che poteva e riuscì così a crearsi un bagaglio di esperienze ad altissimo livello.
Scoppiata la Guerra con la Russia, andò volontario al fronte da dove tornò nel 1905 per stabilirsi in
HOKKAIDO, dove operò come Capo Gruppo degli Immigrati. Ma questa occupazione fu presto
abbandonata perché il suo unico interesse erano le Arti Marziali, per questo cominciò a girare in lungo
ed in largo il Giappone per cercare dei Maestri di BUDO più bravi di lui, si fermò presso di loro
cercando di imparare tutto ciò che sapevano per poi ripartire per cercare altre Scuole ed altri Maestri.
Convinto che l'invincibilità che stava acquisendo fosse dovuta alla sua giovane età e che in età
matura avrebbe potuto perderla, decise di operare anche delle ricerche filosofiche presso alcuni
Templi dove si fermò a studiare e meditare. Compì studi religiosi ad alto livello sulle tradizioni cinesi e
giapponesi. Si ritirò su di una montagna e proseguì la sua vita ascetica. Tutto ciò, lo portò a
sviluppare un ideale d'armonia e fratellanza che modificò il suo concetto d'Arti Marziali, pensando che
esse siano un equilibrio interiore che nutre e fortifica lo spirito e che contribuiscano alla pace nel
mondo, sviluppando maturità e benessere.
Decise a questo punto di creare la sua scuola, siamo nel 1925 ed iniziò ad insegnare il suo metodo
all'interno della Corte Imperiale, agli allievi della Scuola Navale e, dal 1930, agli Ufficiali della Polizia
Militare. Fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale il nome di ciò che UESHIBA insegnava era AIKI
BUDO; in seguito fu ufficializzato con il nome di AIKIDO e l'insegnamento fu esteso in tutto il
Giappone ed anche all'estero.
Oggi l'AIKIDO è molto diffuso in Europa, negli Stati Uniti ed in molti altri paesi del mondo.
UESHIBA morì in Giappone nel 1969 ed oggi i suoi insegnamenti sono patrimonio dell'Umanità.
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Secondo Morihei Ueshiba: "Non esiste nemico nell'Aikido. Vi sbagliate se pensate che il Budo (arte
marziale orientata in senso spirituale) significhi avere avversari e nemici ed essere forti per farli
cadere. Non ci sono né avversari né nemici per il vero Budo... Il Budo è essere una cosa sola con
l'universo... Colui che ha penetrato il segreto dell'Aikido ha l'universo in se stesso, e può dire "Io sono
l'universo"... Io non sono mai stato sconfitto, per quanto velocemente il nemico potesse attaccare.
Questo non perché la mia tecnica è più veloce, non è un fatto di rapidità: il combattimento è finito
prima di cominciare. Quando un nemico cerca di combattere con me, egli deve rompere l'armonia
dell'universo, perciò nel momento in cui gli sorge l'idea di lottare, egli è già battuto: non c'è una
misura del tempo veloce o lento. Aikido è non resistenza, esso è sempre vincente."
“Se il cuore è aperto e puro, non c’è spazio per il danno;
e a livello più profondo, amore e volontà sono una cosa sola”.
La natura è larga e profonda. Più avanzate, più vedete avanti a voi. L'AIKIDO è una
strada larga senza fine, in armonia con la Natura. Io sono al primo gradino dell'AIKIDO e
lo pratico ancora. Continuerò a farlo per tutto il resto della mia vita e lascerò l'AIKIDO
come un'eredità per le generazioni a venire.
= MORIHEI UESHIBA =
Dopo il Maestro Ueshiba, il Maestro KOBAYASCI
IL M° Kobayasci è nato ad Osaka nel 14/02/1929 ed è stato, per 25 anni, allievo diretto di Ueshiba, dal
1946 fino alla sua morte nel 28/12/1998, conseguendo il massimo grado tecnico. Kobayashi ha
ereditato l’ultima evoluzione spirituale dell’Aikido, impegnandosi ad insegnarlo in tutto il mondo.
Le sue tecniche d’Aikido possono essere descritte come molto brevi, potenti e precise. Il principio
fondamentale dell'Aikido del Maestro Kobayashi sono: i meguri.
In Europa ed in Italia allievo che ha seguito più da vicino il M° Kobayashi frequentandolo anche in
Giappone è il Maestro Shian Giampiero Savegnago, attuale fondatore e capo scuola dell’AIA
(Associazione Italiana Aikido) ora trasformata ancora in Associazione Internazionale Aikido
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O-.Sensei Maestro Morihei Ueshiba
( 1883 – 1969) fondatore dell’Aikido
O-.Sensei Maestro Hirokatu Kobayashi
( 1929 – 1998) allievo diretto di Ueshiba
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CHE COS'E' L' AIKIDO (in breve)
Un'arte che riunisce la tradizione e la sintesi di 3000 anni di budo (storia, studio delle arti marziali)
con una finalità d’armonia universale.
L'AIKIDO è un’arte marziale proveniente principalmente dall'Aikijutsu e da altre tecniche derivante dal
Keinjutzu: 400/500 anni fa era insegnata segretamente in una scuola d’arti marziali, nel nord del
monte Fuji, in Giappone, e solo a pochi allievi, principalmente della nobiltà.
Il Maestro Ueshiba, esperto in Aikijutsu, si specializzò anche in tutte le altre arti marziali allora
esistenti e sviluppò un concetto d’arte marziale non più intesa come arte offensiva, dunque smise di
insegnare l'Aikijutsu e cambiò il nome in AIKIDO e iniziò ad insegnarlo e divulgarlo a tutti.
AIKIDO SIGNIFICA:
L'Aikido e' finalizzato al controllo ed allo sfruttamento della forza altrui piuttosto che sul colpire
l'avversario con calci e pugni.
Per comprendere meglio ciò che l'Aikido rappresenta, analizziamo i tre ideogrammi che ne
compongono la parola:
AI = armonia universale – unione
KI = energia vitale, spirito
(Energia unificata dello spirito e del corpo).
DO = via da percorrere,
(do, strada per conoscere l'AI KI)
In definitiva l'Aikido è una via per raggiungere l'armonia di tutte le energie vitali dell'uomo.
Viviamo grazie all’armonia e alla coordinazione che esiste nell’universo, e l’AIKIDO, rispetta questi
principi.
Togliere il proprio io a beneficio di tutti, conoscere il proprio posto, sacrificarsi per essere.
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AIKIDO COME DIFESA PERSONALE:
Nell’Aikido non esiste la strategia dell’attacco, tuttavia, l’Aikido è un’arte marziale e come tale può
essere usata per difendersi, ma per imparare bene e diventare esperti, bisogna praticare per anni,
non si può pensare che in qualche mese si possa già praticare in modo efficace, e in ogni caso
dipenderà sempre da chi pratica.
L’ABBIGLIAMENTO:
L’abbigliamento consiste in un Kimono o Keikogi, (quello classico bianco usato nel Judo), una cintura
corrispondente al grado di avanzamento conseguito, e gli zoori (le ciabatte in lingua giapponese)
compatibili con una pratica di un Budo, e per completare il costume tipico c’è L’Hakama, (la gonna
pantaloni tipica del costume giapponese), che è indossata dalle cinture nere, mentre i kyu non
possono indossarla. Può essere concessa l'eccezione per il 1-2° kyu previo consenso di chi conduce il
corso.
I GRADI
I gradi sono come nel Judo si inizia con il 6° kyu (cintura Bianca), per passare ai vari livelli come
segue:
5° Kyu (cintura Gialla)
4° Kyu (cintura Arancione)
3° Kyu (cintura Verde)
2° Kyu (cintura Blu)
1° Kyu (cintura Marrone)
1° Dan (cintura Nera)
2° Dan
3° Dan
4° Dan
ecc.
Come vengono assegnati i gradi:
Dopo un periodo di frequenza e pratica si deve dimostrare davanti a un esaminatore/o a una a
commissione esaminatrice, che il livello d’apprendimento e di comportamento è pari al grado
d’esame.
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IL DOJO (palestra, come la chiamiamo noi)
Nell'antico Giappone, per imparare un'arte marziale, gli allievi andavano nella casa del loro maestro e
spesso vivevano insieme a lui. Il Dojo è così come se fosse la casa di O-Sensei. Quando siamo ospiti in
un'altra casa dobbiamo comportarci con educazione e rispetto, perciò, dobbiamo fare la stessa cosa
anche in palestra.
Il dojo ha quattro lati ben definiti
Il kamiza è il lato dove è presente la foto del Maestro Ueshiba (il lato dove solitamente stà il Maestro
del Dojo) Shimoza è il lato degli allievi dove stanno in seiza ordinati per gradi crescenti da verso .
Naturalmente ogni volta che sale o si scende dal Tatami bisogna sempre salutare il Joseki
IL RISPETTO:
Per un giapponese il rispetto e la buona educazione sono la stessa cosa. Quando si entra in un Dojo si
deve portare rispetto al luogo, al maestro e ai compagni.
IL SALUTO:
Il saluto è importante perché significa rispetto sia ai maestri sia ai compagni (con cui si praticano gli
esercizi), senza dimenticare il rispetto alla tradizione.
Un’altra ragione è che durante la piccola pausa fisica del saluto iniziale ci si estranea da tutti i
problemi e pensieri che ci portiamo sempre dietro, per poi riprenderceli durante il saluto finale,
mantenendo così, durante la pratica una attenzione esclusivamente rivolta all’Aikido.
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Shimoza
Shimoseki
Kamiza
Joseki
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LE CADUTE:
Imparare a cadere è molto importante, sia per non farsi male quando si è proiettati sia per imparare a
ricevere ed “assorbire” le tecniche, si acquisisce scioltezza e conoscenza dell’efficacia della stessa
che andrà sicuramente a migliorarci quando saremo noi ad eseguirla.
Le cadute sono eseguite indietro “Usciro ukemi”, in avanti “Mae ukemi”, e laterali “yoko ukemi”.
Inoltre esaminando da un punto di vista salutare secondo la medicina cinese, quando si esegue una
caduta correttamente si ottiene un massaggio energetico.
USHIRO UKEMI: CADUTA ALL’INDIETRO
ZEMPO KAITEN UKEMI: CADUTA “rotolata”
MAE UKEMI: CADUTA IN AVANTI
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USHIRO UKEMI:
CADUTA ALL’INDIETRO E MASSAGGIO ENERGETICO
Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, la vita dell'uomo è sostenuta dall'energia (TCHI, o KI in
giapponese), un soffio vitale risultante dalla somma di vari apporti energetici di origine ereditaria,
respiratoria ed alimentare. Questa energia permea tutto l'organismo e vi circola continuamente
secondo percorsi preferenziali, dei veri e propri "canali di scorrimento", che noi occidentali chiamiamo
MERIDIANI.
Tra questi, i Meridiani Principali traggono origine dagli organi e dai visceri interni del nostro corpo,
ricevono l'energia da essi elaborata e la veicolano in tutto l'organismo, dal profondo della superficie.
Lungo il loro percorso i Meridiani Principali (ma questo vale anche per quelli di altro tipo) posseggono
dei punti di maggior concentrazione energetica, punti che, se stimolati, possono richiamare o
disperdere l'energia, modificarne il percorso o la quantità, agendo quindi in modo riequilibratore
quando l'energia circolante subisce dei blocchi o degli squilibri.
I punti di cui si parla sono, inutile dirlo, quelli usati dall'agopuntura cinese per agire terapeuticamente
in senso preventivo e curativo sull'uomo. E a questo proposito possiamo ricordare la peculiarità del
Meridiano Principale di TSOU TAE YANG (vescica urinaria), che lungo il suo percorso riconosce punti di
concentrazione e di comunicazione con l'energia proveniente da tutti gli organi e i visceri interni del
nostro corpo.
Unico tra tutti i Meridiani, quindi, TSOU TAE YANG permette una comunicazione globale tra interno ed
esterno, tra profondo e superficie.
I punti citati, poi, hanno la caratteristica di trovarsi lungo un tratto limitato dal percorso di
TSOU TAE YANG,
e precisamente lungo le due branche che passano di poco a lato della
colonna vertebrale sia a destra che a sinistra sul dorso, dall'altezza della
3^ vertebra dorsale alla 2^ vertebra sacrale.
Questi punti, chiamati YU del dorso, risultano dolenti alla palpazione se
l'organo o il viscere cui corrispondono sono sofferenti, e d'altra parte se
stimolati o punti con tecnica agopunturistica possono invece tonificare
l'organo o il viscere corrispondente che necessiti di apporto di energia.
E per stimolazione possiamo intendere la digitopressione (SHIATSU), ma
anche il massaggio che provochiamo sul nostro dorso ogni volta che
venga eseguito un fondamentale come USHIRO-UKEMI o caduta
all'indietro, tra i primi ad essere insegnati nella pratica dell'AIKIDO.
E con il vantaggio, rispetto ad altre arti marziali, dell'esecuzione rotolata,
con una stimolazione ciò completa e ripetuta dei famosi punti YU del
dorso e relativo apporto energetico verso l'interno del nostro corpo.
Eseguire bene ed in quantità USHIRO UKEMI non è quindi solo un mezzo
per uscire indenni dalle tecniche di AIKIDO, ma è anche ricevere
dall'AIKIDO tanta energia in più dall'esterno verso l'interno per
mantenere un buono stato di salute.
A conferma, bastino le date vitali del Fondatore dell'AIKIDO, O SENSEI
UESHIBA: 14.12.1883 - 26.04.1969.
Buona Pratica!
Dott. LUIGI COVA
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1978, studia conseguendone il
diploma specifico, dal 1981 al 1984 agopuntura presso la scuola So-Wen
di Milano.
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ESEMPIO DI SVOLGIMENTO DI UNA LEZIONE DI AIKIDO
COMPORTAMENTO DI UN ALLIEVO NEL DOJO E VERSO I COMPAGNI DI STUDIO:
Le tecniche di Aikido, come tutte quelle delle arti marziali, possono essere pericolose per chi le
subisce, perciò chi studia l’Aikido, deve fare attenzione e seguire gli insegnamenti del maestro, si
lavora assieme per imparare tutti e non bisogna ingaggiare competizioni per vedere chi è il
più forte, l'Aikido non è una dimostrazione di forza.
Niente orologi, braccialetti, collane o orecchini durante la lezione.
Piedi puliti ed unghie delle mani e dei piedi tagliate.
Rispetto degli altri compagni e del Dojo (palestra)
L'Aikido insegna come affrontare più nemici contemporaneamente. Gli studenti, con la pratica,
sviluppano un'attenzione particolare anche al di fuori del campo visivo.
La pratica deve essere fatta in un’atmosfera piacevole, felice, rispettosa e armoniosa.
Il maestro insegna solo alcuni aspetti dell'arte marziale, gli altri dovranno essere trovati dallo
studente attraverso la pratica e l'esercizio.
Nella pratica bisogna iniziare lentamente per poi aumentare il ritmo. Bisogna non forzare niente in
modo eccessivo.
Chi pratica l’Aikido non deve competere con l’avversario per misurare la propria forza o dimostrare la
propria capacità ad eseguire le tecniche, ma deve mantenere uno spirito di partecipazione imparando
ad assorbire le tecniche eseguite: imparando a ricevere la tecnica e capire bene su se stessi quali
sono gli effetti, così quando poi dovrà metterla in pratica la tecnica, conoscerà meglio che cosa
comporta l’esecuzione della stessa.
Inoltre, imparando a ricevere la tecnica si migliora anche la capacità di uscirne e poter reagire
(facendo una contro-tecnica).
Bisogna sempre evitare di fare male all’allievo che in quel momento si presta a fare
l’avversario.
Chi sa controllare la tecnica senza fare male, nel qual caso dovesse difendersi veramente, avrà
maggiore capacità ad applicare le tecniche nel modo più efficace.
Il migliore modo di progredire è quello di mantenere una pratica regolare e costante nel tempo.
La pratica dell'Aikido esercita mente e corpo alla sincerità, tutte le tecniche sono trasmesse
personalmente da persona a persona per evitare che siano utilizzate da malintenzionati
Sia entrando sia uscendo dal Dojo dobbiamo salutare,
(Abbassando leggermente il capo).
Quando non si sta' facendo pratica si sta' sempre seduti in
posizione composta.
Non si parla ad alta voce, ma sottovoce e solo quando è
necessario.
Se state assistendo ad una lezione fuori dal Tatami, rispettate
chi sta praticando rimanendo in silenzio e, al saluto, alzatevi in
piedi anche voi ed effettuate il saluto in piedi.
Il Kimono o Keikogi e l’Hakama vanno tenuti in buono stato e
puliti.
Gli Zoori devono essere compatibili con una pratica di un Budo
e dovranno rigorosamente essere sistemate sul lato opposto al kamiza, senza eccezioni, salvo per
quelli del Maestro.
Se queste poche regole saranno seguite nessuno si farà male e l'atmosfera sarà piacevole, felice,
costruttiva e armoniosa.
L’allenamento comincia alcuni minuti prima del saluto. Pertanto, si arriva sempre in orario alle lezioni
e i praticanti devono essere già seduti in seiza (seduti sulle ginocchia nel modo tradizionale
Giapponese) formando una linea ordinata abbassando il volume della propria voce, i ritardatari, sia
che siano occasionali che cronici, si disporranno al margine del tatami, sul lato opposto al kamiza,
(meglio seduti in "seiza") al bordo del Tatami rimanendo in attesa che il maestro o insegnante, che sta
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conducendo la lezione gli consenta di salire. Naturalmente il ritardatario eseguirà un saluto al kamiza
in seiza e conseguentemente a chi sta conducendo la lezione.
Non si sale, nè si scende dal tappeto durante la lezione senza aver chiesto il permesso al Maestro.
Se per qualsiasi eventualità il praticante dovesse allontanarsi dal tatami va eseguita un’educata e
rispettosa richiesta di permesso al conduttore del corso. In caso di consenso, si ringrazia con un
piccolo saluto, come forma di rispetto, e poi prima di allontanarsi si deve salutare nuovamente il
tatami.
Il saluto all'inizio ed alla fine della pratica di coppia deve essere sempre eseguito, come se fosse
d'obbligo.
L’allenamento in pratica è il seguente:
Il praticante indossato il Kimono, si presenta sul tatami. Lasciati gli zoori in buon ordine ed effettuato
il saluto al Dojo, si predispone per il saluto al KAMIZA in Seiza, (posizione seduto in ginocchio) con gli
altri allievi ed il Maestro, effettuato questo saluto il Maestro si gira verso gli allievi e si ripete il saluto
in ZAREI.
A questo punto, il Maestro inizia a eseguire l'AIKI TAISO che non è solo una ginnastica ma anche una
serie di movimenti atti a rilassa